
Prima la musica, poi le parole 1998
Fulvio WetzlLanfranco è un professore che vive con la moglie Clara, molto più giovane di lui, in una splendida villa in Toscana. Il rapporto tra i due non è sereno, data la disparità culturale e la possessività dell'uomo. Sette anni dopo, ritroviamo Lanfranco giocare in giardino con il figlio Giovanni, un bambino che usa, per comunicare con il padre, uno strano linguaggio.
L'improvvisa morte di Lanfranco getta nel panico il bambino che, dopo aver vagato per la campagna, viene ricoverato in ospedale, dove i medici pensano che il suo modo di esprimersi sia la conseguenza di uno choc. Le uniche che cercano di capire Giovanni sono Manna, una psicologa, ed Elena, un'infermiera, i cui sforzi all'interno dell'ospedale non sono però apprezzati. Solo allontanando il bambino da quell'ambiente e con l'aiuto di Roberto, il fidanzato violoncellista di Marina, l'enigma sarà risolto...
Giovanni, il protagonista del film, rappresenta sia la diversità che la normalità. Nel senso che ogni bambino, prima di venire normalizzato dall'educazione, parla un codice diverso e specifico che è quello individuale infantile. Giovanni con il suo codice
apparentemente astruso non è che l'estremizzazione tangibile della diversità di ogni bambino, della positiva infantilità (neologismo da
contrapporre alla negatività di cui è ormai carica la parola infantilismo) di ogni diverso. E il discreto suggerimento del film vorrebbe essere quello di dare a tutti, bambini o adulti, normali o diversi, la dignità di persone.
Regia Fulvio Wetzl
Sceneggiatura Fulvio Wetzl
Fotografia Maurizio Calvesi
Montaggio Antonio Siciliano
Musica Dario Lucantoni
Suono Ettore Mancini
Scenografia Alessandro Marrazzo
Costumi Metella Raboni
Interpreti Anna Bonaiuto (Marina), Andrej Chalimon (Giovanni), Barbara Enrichi (Elena), Gigio Alberti (Roberto),
Amanda Sandrelli (Clara), Jacques Perrin (Lanfranco), Giacomo Piperno (Minucci), Carlo Monni, Vito, Anita Laurenzi, Massimo Sarchielli
Produttori Grazia Volpi, Claudio Grassetti, Francesco Torelli
Produzione Gierre Film, Filmtre
Origine Italia, 1998 Colore, 35 mm., 100'
Fulvio Wetzl
Nato a Padova nel 1953, compie gli studi di architettura, fotografia e recitazione fra Milano e Roma. Dal 1976 al 1980 cura la programmazione di alcuni cineclub romani e, successivamente, l'organizzazione di due grandi rassegne itineranti, Filmopera e Shakescreen. Nel 1997 il suo primo supera, L'amore è un salto di qualità, cui fa seguito Guardarsi nello specchio degli altri. Nel 1980 scrive
la sceneggiatura di All'ombra dei Savoia, diretto per la Rai da Giorgio Treves. Dal 1980 al 1985 realizza per la Rai e per l'Istituto Luce più di venti documentari sull 'archeologia e l'architettura. Nell'85 fonda con Gabriella Rebeggiani la società di produzione Nuova Dimensione, con cui realizza il lungometraggio d'esordio Rorret. Produce quindi La sposa di San Paolo di Gabriella Rosaleva e, in
associazione con Filmalpha, il suo secondo lungometraggio, Quattro figli unici, presentato a Venezia nel '92. Nel 1988 scrive per Leonardo Arte Mondadori la biografia di Roberto Benigni, Benigni Roberto di Remigio fu Luigi e realizza Prima la musica, poi le parole.