img

Kippur 1999

Amos Gitai

Lo hanno chiamato "la coscienza critica di Israele": Amos Gitai non ha mai esitato a esprimere severi giudizi sul suo Paese. In Giorno per giorno denuncia la stanchezza, l'assuefazione, la perdita dello spirito pionieristico che animò la volontà dei padri; in Kadosh punta il dito accusatore contro un fondamentalismo religioso fattosi antistorico. E tanto basta perché in Israele Gitai sia poco amato. Soprattutto dai "falchi" di Sharon che lo considerano un pacifista, amico dei palestinesi. Come potrebbero piacere ai seguaci della destra israeliana battute come quella conclusiva di Kippur? A chi gli ordina di recarsi a prendere Moshe Dayan per trasportarlo in prima linea, il comandante di un elicottero addetto al trasporlo dei feriti risponde risentito: Ditegli che prenda l'autobus. Su quell'elicottero che è appena stato abbattuto c'era anche Amos Gitai, uno dei superstiti della missione rievocata in Kippur. Lo Yom Kippur per gli ebrei è il giorno dell'espiazione. In quella giornata festiva del 6 ottobre 1973, la Siria attaccò di sorpresa Israele. Colti alla sprovvista, gli israeliani stentarono a organizzare una difesa.
Nel film, due amici sono costretti a raggiungere le alture del Golan, dove presta servizio l'unità operativa dalla quale dipendono. Il caos regna ovunque, fra ordini e contrordini. Intanto la situazione si è fatta critica: i combattimenti sono cruenti e le perdite ingenti. C'è bisogno di organizzare un servizio di soccorso aereo per il recupero dei feriti. Nei film di guerra c'è sempre qualche momento epico, esaltante, in cui lo spettatore finisce per essere coinvolto nella retorica dell'eroismo. Anche Salvate il soldato Ryan di Spielberg conteneva pagine che pagavano questo pedaggio. In Kippur la guerra è fango, sporcizia, sangue. Gitai ricorda la sua drammatica esperienza in prima linea con un film crudo e desolato, girato con la tecnica del reportage, dove l'affanno, lo sconforto, la fatica disumana - e spesso inutile - aumentano assieme al battito cardiaco.

REGIA: Amos Gitai
SOGGETTO: Amos Gitai, Marie José Sanselme
SCENEGGIATURA: Amos Gitai, Marie José Sanselme
FOTOGRAFIA: Renato Berta
MONTAGGIO: Monica Coleman & Kobi Netanel
MUSICA: brani di autori vari
INTERPRETI: Liron Levo, Tomer Russo, Uri Flan Klauzner, Yoran Hattab, Guy Amir
PRODUZIONE: Laurent Truchot,
ORIGINE: Francia/Israele/Italia 1999
DISTRIBUZIONE: Medusa Film
DURATA: 123'