
Pagliacci (2016)
di Marco Bellocchio (18')Regia: Marco Bellocchio Fotografia: Pasquale Mari Montaggio: Claudio Misantoni Musiche: Andrea Ferri Scenografia: Eleonora Diana Suono: Riccardo Milano Interpreti: Lucia Ragni (la madre), Luca Micheletti (il figlio), Federica Fracassi (la figlia), Rebecca Liberati (Nedda), Corrado Invernizzi (Canio, l’amico della madre), Mino Manni (l’ipnotizzatore) Origine: Italia Genere: cortometraggio Anno: 2016 Durata: 18’ Il protagonista è un giovane cantante che vuole mettere in scena in un teatro di paese l’opera Pagliacci di Leoncavallo; il tutto con i soldi della madre. Lei si dice disponibile a sganciare, ma con moderazione, e nel frattempo disprezza sia l’adattamento dell’opera, che i cantanti/attori, che anche – naturalmente – i figli. A partire dall’arguto incipit dove vengono subito mischiati i piani della finzione (sono in corso le prove e viene intonata proprio la celebre aria Ridi, pagliaccio), si snodano a ritmo sostenuto una serie di conflitti e di tradimenti. Così un’apparentemente innocua seduta d’ipnosi si trasforma in maniera repentina in esplosione d’odio verso la figura materna, con la coda di un finale che lascia attoniti e in cui si riflette ancora una volta sulla tentazione del matricidio. La madre, circondata dai suoi cani e seduta su una panchina mentre fuma una sigaretta, appare agghiacciante e luciferina, in segreto contatto con il mondo delle ombre. Nulla la può sorprendere e nessuno la può fermare. E Bellocchio, con questo straordinario gesto visivo, ci ricorda come l’orrore possa nascere da una semplice inquadratura con sottofondo musicale, senza bisogno di nessun sforzo tecnologico. Basta che ci sia una famiglia.