
Harakiri (1919)
di Fritz Lang (86') con Lil Dagover, Niels Prien, Paul BiensfeldtRegia: Fritz Lang Soggetto: John Luther Long e David Belasco) Sceneggiatura: Max Jungk Fotografia: Max Fassbander Scenografia: Heirich Umlauff Interpreti: Lil Dagover (O-Take-San), Paul Biensfeldt (il daimyo Tokuyawna), Georg John (monaco buddista), Meinhart Maur (principe Matahari), Rudolf Lettinger (Karan), Erner Huebsch (Kin-Be- Araki), Niels Prien (Olaf J. Andreson), Herta Heden (Eva), Loni Nest (bambino), Produzione: Erich Pommer per Decla-Bioscop Origine: Germania B/N Anno: 1919 Durata: 86′ O-Take-San, figlia del Daimyo Tokuyava, rifiuta di diventare una monaca, come vorrebbe il bonzo del tempio buddista. Per vendicarsi, il bonzo fa accusare il padre della ragazza di alto tradimento, costringendolo a fare seppuku. Mentre si trova nella Foresta Sacra del tempio, O-Take-San fa la conoscenza di un ufficiale di marina danese, Olaf Jens Anderson, di cui si innamora. Ma il bonzo la rinchiude in una caverna. Un servitore del tempio, Karan, la libera ma solo per condurla in una casa da tè a Yoshiwara, il quartiere delle geishe, in modo da trarre profitto da lei. Ma proprio qui l’ufficiale di marina la ritrova e i due decidono di sposarsi con il rito giapponese, secondo il quale il matrimonio è valido per 999 giorni, col diritto dell’uomo di divorziare dalla moglie in ogni momento. Dopo appena un anno, Anderson lascia il Giappone per tornare in patria, dove si sposa con un’altra donna. Nel frattempo, dalla relazione tra O-Take-San e Anderson nasce un bambino. Il principe Matahari si offre di sposarla, ma O-Take-San rifiuta, sicura che Anderson tornerà da lei. Quando l’uomo torna in Giappone anni dopo, assieme alla moglie, Eva, O-Take-San rimane sgomenta dal fatto che lui non si rechi neanche a trovarla. Il matrimonio giapponese fra loro è ormai scaduto, lei dovrà tornare alla casa da tè e suo figlio sarà affidato alle cure dello Stato. Eva si offre di prendersi cura del bambino, ma O-Take-San afferma risoluta che lo darebbe solo a suo padre in persona. Proprio mentre Anderson, finalmente, si convince ad andare a trovarla, O-Take-San si suicida facendo seppuku con la stessa lama usata da suo padre.