
Cavalleria Rusticana 1953
Carmine GalloneAd approcciarsi alla storia ambientata nelle campagne siciliane all’alba dell’unità d’Italia, è stavolta Carmine Gallone, regista del famoso kolossal di regime Scipione l’Africano ma soprattutto specialista nel dopoguerra in film biografici, spesso dedicati al mondo dell’Opera, tra i quali un Casta Diva e un film sulla Butterfly (entrambi girati prima della guerra e poi replicati da due remake negli anni Cinquanta), Casa Ricordi sulla famiglia di editori musicali protagonista ai tempi di Rossini, Verdi e Puccini, quest’ultimo omaggiato a sua volta con un film biografico. Sceneggiatura firmata dal regista, da un giovane Monicelli e dal palermitano Basilio Franchina (sceneggiatore di De Santis e Soldati, sostenitore del primo Pasolini, di una giovane Loren e amico di John Cassavetes per cui recitò in Gloria) che si impegna ad adattare la novella verista ma non trascura – anche senza confezionare un vero e proprio film-opera - la drammaturgia e la spettacolarità da palcoscenico del capolavoro di Mascagni. Ciò si evince dai costumi, dalle scene, illuminate dal Ferrianacolor scintillante di Karl Struss, già direttore della fotografia di Chaplin, ma anche nella recitazione degli attori, doppiati negli inserti musicali previsti dal copione, come il compare Alfio di Anthony Quinn impegnato in un faticoso playback con la voce di Tito Gobbi. Il cast è un non impeccabile assemblaggio internazionale: al citato Quinn, convincente nella sua fisicità, si aggiungono - tutti e tre trasmigrando da un altro set verghiano, quello de La lupa diretto da Lattuada - la sensuale franco-algerina Kerima nei panni di Lola, un’improbabile Santuzza col volto non proprio siculo di May Britt, stellina svedese del cinema italiano dei primi anni Cinquanta, presto ritiratasi dopo aver sposato Sammy Davis Jr ed Ettore Manni, lanciato appena un anno prima da Comencini ne La tratta delle bianche, come il nuovo bello del nostro cinema, nella parte di Turiddu. La sfortunata coppia di innamorati parla per giunta come Ingrid Bergman e Cary Grant, grazie ai due monumenti del nostro doppiaggio, Lydia Simoneschi e Gualtiero De Angelis.
Regia: Carmine Gallone. Soggetto: Giovanni Verga. Sceneggiatura: Amleto Palermi. Fotografia: Riccardo Pallottini, Karl Struss. Montaggio: Rolando Benedetti. Musiche: Pietro Mascagni. Scenografia: Nino Maccarones. Costumi: Gaia Romanini. Interpreti: May Briitt (Santuzza), Ettore Manni (Turiddu), Virginia Balistrieri (Mamma Nunzia), Antony Quinn (Alfio), Kerimai (Lola), Umberto Spadaro (zio Brasi), Grazia Spadaro (zia Camilla) .
Produzione: Excelsa Film. Distribuzione: Minerva Film. Origine: Italia. Anno: 1953. Durata: 80’